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Adolph Hitler

Adolph HitlerAdolph Hitler e Jean-Marie Loret


















DATA:  BRANAU AM INN (Austria) 20/04/1889 - BERLINO (Germania) 30/04/1945
PROFESSIONE:  DITTATORE NAZISTA
CAMPO D'INTERESSE: R&D, UFO, ESOTERISMO

Le ascendenze di Hitler sono ancora avvolte nel mistero poiché il dittatore rivelò all'opinione pubblica solo i dettagli di famiglia utili alla sua propaganda. Oggi si ipotizza che anche la sua famiglia possa essere, da parte di madre, di origine ebrea. Il cognome sembra derivi dal tedesco "Hut" (cappello) e da guardia, e in effetti, Alois il padre di Hitler era una guardia doganale, figlio illegittimo di Maria Schicklgruber e di padre ignoto, e che cambiò il cognome in Hiedler e poi Hitler. Si sposò tre volte ed ebbe Adolph dalla terza moglie, Klara Pölzl, oltre ad altri 5 figli.
Hitler nacque alle 18:30 circa in un edificio che ospitava la dogana famoso per esser stato il quartier generale di Napoleone Bonaparte nel 1805, e venne subito battezzato col rito cattolico. Ammirava la madre ma disprezzava il comportamento libertino del padre, Adolph Jacob Hitler. Terrà sempre sulla sua scrivania una foto della madre. Lo psicanalista Walter Langer nel suo libro "The mind of Hitler" afferma di essere addirittura convinto che Hitler sia un Rothschild. La madre di Alois (Il padre di Hitler e figlio illegittimo), al momento del suo concepimento si trovava a Vienna, al servizio del barone Rothschild come domestica. Appena scoperta la gravidanza il barone la cacciò rimandandola al suo paese, e naque dunque Alois. È più che una coincidenza, anche perché, l'ascesa al potere di Hitler avverrà attraverso società segrete finanziate proprio dai Rothschild, attraverso la Banca d'Inghilterra e la Banca Kuhn Loeb. E d'altronde, come raccontato da un altro figlio illegittimo, Philip Eugene de Rothschild, le figliolanze dei Rothschild venivano affidate a famiglie di facciata, al fine di ricoprire posizioni di privilegio sotto falso nome e illegittimamente. Le informazioni di Langer provengono da un alto ufficiale della Gestapo, Hansjurgen Koelher, e furono pubblicate nel 1940 col titolo "Inside the Gestapo". Ma quale di quella potente famiglia era dunque il nonno materno di Adolph Hitler? Dopo profonde ricerche si è risalito all'unico Rothschild plausibile, presente a Vienna in quel periodo: il barone Salomon Mayer von Rothschild! La polizia austriaca aveva un dossier segreto sulle origini di Hitler. Il cancelliere Dolfuss aveva infatti ordinato l'inchiesta che individuÒ nel barone il vero padre di Alois Hitler. Nel 1895 Alois andò in pensione e si trasferì con la famiglia a Leonding, vicino Linz, dove il piccolo Adolph cominciò le elementari. Alois morì il 3 gennaio 1903 per un'emorragia polmonare, causata dalla tubercolosi. Nel 1904 Adolph fu addirittura tentato di farsi prete, affascinato dalle celebrazioni liturgiche. Tuttavia negava la discendenza ebrea del Cristo, sposando la tesi dello scrittore romano Celso, secondo il quale il Messia sarebbe nato da una relazione adulterina di Maria con un legionario romano di origine germanica, tale Panthera. A scuola si rivelò uno studente diligente e pur non volendone più sapere di continuare gli studi, il padre lo obbligò. Si iscrisse all'Istituto tecnico "Linz Realschule" con pessimo profitto, venendo bocciato subito. Cominciò anche ad avere un cattivo comportamento fino al settembre 1905 quando venne ritrovato svenuto da ubriacatura. Nelle scuole austriache inoltre, circolavano da tempo le idee di Georg von Schönerer, un fanatico della "purezza della razza germanica", nonché il primo ad usare quel saluto (Heil!) che caratterizzerà i nazisti. Finita la scuola, passò due anni da nullafacente girovagando per Linz, poi seguì le sue aspirazioni tentando di entrare all'Accademia delle Belle Arti di Vienna, ma venne respinto due volte all'esame di ammissione. Il 21 dicembre 1907 la madre Klaramorì per un carcinoma al petto tardivamente diagnosticato. Eduard Bloch, Il medico che curò la madre, non fu mai perseguitato sebbene fosse ebreo. Sbarcò il lunario con una piccola pensione da orfano e dei lavoretti artistici poi nel novembre 1912 si mosse a Liverpool per sfruttare un po' il momento fortunato del fratellastro Alois, il quale gestiva due ristoranti. Nel 1913, sentitosi anche d'ingombro, tornò a Vienna e tornò a dedicarsi all'arte. Fu in quel periodo che si avvicinò all'antisemitismo, in particolare verso la comunità ebrea ortodossa della capitale, rea di un comportamento usuraio e capitalista. Eppure, erano proprio quegli ebrei che disprezzava i maggiori compratori dei suoi acquerelli. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera nelle sale da concerto di Vienna, catturato dai temi della mitologia norrena di Richard Wagner. Fra il 1909 ed il 1910 visse anni di forte indigenza adattandosi ai dormitori pubblici e mangiando nelle mense caritatevoli. Il 16 maggio 1913 il tribunale distrettuale di Linz dispose il versamento di una cospicua somma ereditata dal padre ed Hitler corse subito ad abbracciare il suo sogno: la Germania. Si spostò subito a Monaco di Baviera cercando inutilmente di evitare il servizio militare austriaco, ma la polizia lo rintracciò. Tuttavia, la sua gracilità gli valse l'esonero. Questo fu per lui una ferita nell'orgoglio, tale da rifiutare la cittadinaza austriaca. A Monaco l'antisemitismo alloggiava presso società dal carattere esoterico. In particolare, una di queste, la Thule Gesellschaft, evidenziava un gladio romano sovrapposto ad una svastica. Alcuni dei futuri gerarchi nazisti proverranno proprio da questa associazione. Il 3 agosto 1914, dopo che la Germania aveva dichiarato guerra alla Russia, Hitler scrisse una petizione al re Ludovico III di Baviera per potersi arruolare, richiesta poi accontentata. Fu assegnato nel 1914 alla 1a Compagnia del 16° reggimento di Fanteria "List", dove conobbe il suo futuro delfino, Rudolf Hess. Impegnato come staffetta portaordini, il 7 ottobre 1916 fu ferito alla coscia sinistra da una scheggia di granata durante la battaglia delle Somme e decorato con la Croce di Ferro. L'episodio è legato altresì ad un fatto insolito: uno dei soldati del reggimento del Duca di Wellington, Henry Tandey, vedendo Hitler ferito, lo risparmiò. "Dio sa quanto mi dispiace averlo risparmiato" dichiarerà più tardi.
Di guarnigione a Wavrin (Francia), si innamorò di una contadina francese di 17 anni, Charlotte Lobjoie con la quale, probabilmente ha avuto un figlio, Jean-Marie Loret, il quale non riuscì mai completamente a dimostrare la sua parentela, ma solo delle lettere di Hitler e delle rivelazioni di sua madre. La sera del 13 ottobre 1918, a Werwich venne intossicato da un attacco di gas iprite finendo un convalescenza a Pasewalk. Soffrì di cecità "isterica" venendo duramente vessato dallo psichiatra Edmund Forster, poi ucciso da ignoti. Fu durante questa degenza che Hitler decise di scalare il potere attraverso la politica. Hitler scampò la morte ancora per merito di una "voce nella sua testa" che gli disse di alzarsi e di allontanarsi. Poco dopo scoppiò nel luogo dov'era seduto prima una granata vagante. Da quel giorno Hitler si sentì un predestinato invincibile e protetto da misteriose divinità. I tedeschi intanto, persa la guerra si trovarono in una condizione di malnutrizione, molti morirono di fame, a seguito del blocco navale imposto dalla Royal Navy britannica. Le vittime furono soprattutto anziani, donne e bambini e Hitler giudicò questo comportamento da barbari. Nelle città imperversava un vento di comunismo ed il Kaiser, principe Max del Baden, aveva abdicato affidando il paese al leader del partito socialdemocratico, Friedrich Ebert, il quale, racimolando 4.000 volontari (Hitler incluso), schiacciò i rivoluzionari comunisti e promulgò la legge marziale. Nel frattempo Hitler si era ritagliato un ruolo di informatore e delatore dei Freikorps venendo poi destinato alla commissione d'inchiesta presso il reggimento di Fanteria. In realtà lui ed altri facevano le spie riferendo i nomi dei soldati simpatizzanti del comunismo ai sui superiori e nel frattempo si era segretamente affiliato al "Freikorps Oberland", finanziato dall'occultista ed ultranazionalista, barone Rudolf von Sebottendorff. Nel 1920, assistendo ad un'orazione di Gottfied Feder contro il capitalismo e contro il pangermanismo (l'unione di tutti i popoli di lingua tedesca), si fece notare intervenendo contro un oratore che si era espresso a favore della seccessione della Baviera in una nazione tedesca meridionale. Lì si accorse di esercitare una sorta di carisma magnetico nei confronti della platea. Anton Drexler, il fondatore e segretario del Partito Tedesco dei Lavoratori, lo iscrisse immediatamente nel direttivo. Ben presto ne divenne il leader cambiando il nome in Partito Socialdemocratico di Germania, adottando come emblema la svastica, concepito come simbolo solare "ariano" e indoeuropeo, in opposizione agli ebrei creduti essere adoratori della Luna, ed adottarono il saluto romano in uso presso i fascisti italiani. Il Partito venne istituito all'interno della società esoterica segreta "Studiengruppe für Germanisches Alterum", nota più come "Thule Gesellschaft", il cui motto era "Gedenke, dass Du ein Deutscher bist. Halte dein Blut rein!" (Ricorda che sei un tedesco. Conserva il tuo sangue puro!). L'iscrizione infatti era riservata solo a chi poteva dimostrare di essere di razza ariana pura da almeno tre generazioni, metodo che Hitler farà presto suo. Gli adepti si riunivano ogni sabato nelle ampie sale dell'elegante Hotel Vier Jahrunderszeiten di Monaco, tenuti sotto stretta sorveglianza dall'esercito. L'8 novembre 1923 tentò, con gli ex-combattenti delusi della Repubblica di Weimar, un colpo di Stato (il "Putsch di Monaco"), ma il tentativo fallì e Hitler fu processato e condannato a 5 anni di carcere nella prigione di Landsberg am Lech. Qui lesse l'opera di Henry Ford, "L'ebreo internazionale", che ispirò il suo "Mein Kampf" (La mia battaglia), un'opera che conteneva le idee di Hitler sulla razza, la storia e la politica, compresi i suoi intenti razziali se fosse riuscito a prendere il potere. Fu stampato nel 1925 in due volumi e passò praticamente inosservato. Uscito dal carcere dopo soli 9 mesi perché ritenuto innocuo, riorganizzò il partito istituendo i Schutzstaffel (le SS), una guardia del corpo personale composta da 8 fidatissimi uomini alla guida di Heinrich Himmel. Crebbero fino a d avere 52.000 iscritti e controllando tutti i settori chiave del paese. Nel 1930 Hitler assunse la carica di Oberste SA (capo supremo), affidando la carica di Stabschef (comandante militare) delle SA a Ernst Röhm. Vincendo nel 1932 le elezioni, i nazisti conquistarono il potere e Hitler venne nominato cancelliere il 28 febbraio 1933, sopprimendo tutti i circoli esoterici tedeschi, inclusa la Thule Gesellschaft. Espulsi i rivoluzionari comunisti e minacciati i dissidenti, la strada era spianata. L'idea di una rinascita della Germania guidata da un popolo puro di razza ariana prendeva corpo nel 1935 con la creazione della Deutsches Ahnenerbe, una squadra la cui missione era quella di reperire in ogni angolo del pianeta le prove sull'eredità del popolo tedesco e sulla sua unicità razziale. Le SA, le SS e la Gestapo (Polizia Segreta di Stato), convinsero tutti gli oppositori fra minacce, botte ed omicidi e instaurando un regime nazionalsocialista totalitario e si sbaraccando gli ultimi ostacoli con "la notte de lunghi coltelli" (29-30 giugno 1934), una sorta di eliminazione fisica dei nemici rimasti. Quando il presidente del Reich Paul von Hindenburg morì, il 2 agosto 1934, Hitler non perse tempo, si inventò la carica di Führer, inglobando tutti i poteri. L'atto fu suggellato da 38 milioni di elettori tedeschi su 45,5. Da quel momento cominciò la persecuzione del popolo ebreo, tanto bramata da Hitler che dal 1941 gli imporrà di cucire una stella di David gialla sui vestiti. L'entrata in guerra dei nazisti, l'olocausto e l'epilogo è più che noto, in questa biografia, da qui in poi ci occuperemo delle pratiche esoteriche e dei vari misteri legati a Hitler. Un altra volta il destino sovrannaturale del Führer trionfò nel luglio 1944, quando l'ufficiale tedesco Claus Schenk von Stauffenberg piazzò una bomba nel quartier generale di Hitler. Ma il dittatore ne uscì incredibilmente illeso. Le fonti storiche ci hanno raccontato del suicidio di Hitler insieme ad Eva Braun. Lei avrebbe ingerito una fiala di cianuro e lui si sarebbe sparato un colpo di pistola Walther PPK nel bunker il 30 aprile 1945. Secondo la sua volontà, davvero strana, il suo corpo fu portato all'esterno e bruciato. Perché fare una cosa tanto inutile? Forse per nascondere la verità, e cioè che il corpo bruciato era quello di un sosia.


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